Iniziavo a dubitare ed invece è la solita gagliarda Samb di Palladini
E’ stata un’estate particolare…eravamo abituati ad amichevoli con squadre decisamente inferiori, amichevoli che si chiudevano con netti successi della Samb ed invece il pre-campionato ci ha regalato gare di spessore con Venezia e Salernitana, più il test di Coppa con il Gubbio. Gare nelle quali spesso la Samb è andata in difficoltà.
In certe gare lasciava un pochino perplessi l’atteggiamento dei rossoblù, un modo di approcciare le partite che non rispecchiava quello che le squadre di mister Palladini hanno sempre fatto vedere. La preoccupazione è svanita ieri, soprattutto nel secondo tempo di Maceratese-Samb quando tutti, ed è importante sottolineare il “tutti”, non hanno tirato mai indietro la gamba, non hanno mai avuto paura e si sa…la paura poi porta all’errore.
Dopo uno strano 4-4-1-1 iniziale della Samb, con Sabatino trequartista dietro a Fioretti, Palladini ha cambiato subito passando al 4-3-3. Se dall’altra parte la Maceratese per quasi tutto il primo tempo ha avuto uno schema fisso e cioè lancio su Colombi, bravissimo poi a lottare sulle palle aeree, la Samb provava ad arrivare palla a terra nell’area avversaria tanto che Fioretti per 30′ è stato raramente chiamato in causa con i lanci.
Questo atteggiamento dimostra che, pur dovendo migliorare, c’è l’intenzione di giocare al calcio, di avere un’identità di gioco. Questa è proprio stata l’arma vincente… non buttare palloni o farlo al massimo solo quando si è in difficoltà, per il resto grande lavoro sugli esterni con Pezzotti e Tortolano a sinistra, Di Filippo, Mancuso ed anche Lulli (spesso si allargava e combinava con Mancuso lasciando Di Filippo in copertura) a destra. Certo l’aggressività degli avversari a volte ci faceva commettere errori ma l’idea era di giocare a pallone ed alla fine è valsa i 3 punti.
Un ultimo pensiero su Stefano Ferrario. Il difensore è entrato a 15′ dal termine circa per sostituire un affatica Mori. Se per tutta la partita Mori e Di Filippo erano andati a contrastare Colombi sulle palle aeree staccando di testa con lui diverso, e devo dire intelligente, è stato l’atteggiamento di Ferrario che lasciava staccare Colombi indisturbato, poi però come l’attaccante stoppava di petto e portava palla a terra trovava Ferrario pronto ad intervenire sulla sfera mentre lui ancora doveva atterrare. Segno che Ferrario in panchina ha potuto studiare il modo di giocare di Colombi e quando è entrato ha usato questa tattica vincente…bravo Stefano e bravi tutti!